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Il matrimonio e la famiglia                              Il matrimonio fu istituito da Dio in Eden e da Gesù fu definito un’unione d’amore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna. Per il cristiano il matrimonio è un impegno con Dio oltre che con il coniuge e perciò è bene che sia contratto solo fra due persone che condividono la stessa fede. L’amore, l’onore, il rispetto e la responsabilità reciproci sono gli elementi essenziali di questa relazione che deve riflettere l’amore, la santità, l’intimità e la perpetuità della relazione esistente fra il Cristo e la sua chiesa. Riguardo al divorzio, Gesù insegnò che la persona che lo attua – salvo che per fornicazione – e contrae un nuovo matrimonio, è colpevole di adulterio. Sebbene alcuni rapporti coniugali possano allontanarsi dall’ideale, quei coniugi che si sono impegnati reciprocamente in Cristo, potranno raggiungere una vera unione grazie alla guida dello Spirito Santo e all’aiuto della chiesa. Dio benedice la famiglia e vuole che i suoi membri si sostengano a vicenda per il raggiungimento di una completa maturità. I genitori devono educare i loro figli ad amare e a ubbidire a Dio. Con il loro esempio e con le loro parole devono insegnare loro che il Cristo è un Maestro affettuoso, tenero e pieno di attenzioni, che vuole aiutarli a diventare membra del suo corpo che è la famiglia di Dio. Una delle caratteristiche del messaggio evangelico finale è la maggiore unione familiare (cfr. Gn 2:18-25; Mt 19:3-9; Gv 2:1-11; 2 Cor 6:14; Ef 5:21-33; Mt 5:31,32; Mc 10:11,12; Lc 16:18; 1 Cor 7:10,11; Es 20:12; Ef 6:1-4; Dt 6:5-9; Prv 22:6;  Ml 4:5,6).

Il ministero di Cristo nel santuario del cielo                                                                                                                                In cielo c’è un santuario: il vero tabernacolo «che il Signore e non un uomo, ha eretto». Il Cristo vi officia in nostro favore, mettendo così a disposizione dei credenti i benefici del sacrificio espiatorio da lui offerto una volta per sempre sulla croce. Egli inaugurò il suo ministero di Sommo Sacerdote e di nostro Intercessore alla sua ascensione. Nel 1844, alla fine del periodo profetico dei duemilatrecento giorni/anni, Gesù iniziò la seconda e ultima fase del suo ministero d’espiazione. Si tratta di un giudizio investigativo, che rappresenta una soluzione definitiva per il peccato, simboleggiata dalla purificazione dell’antico santuario ebraico nel giorno dell’espiazione. In quel servizio simbolico il santuario veniva purificato mediante il sangue di animali sacrificati, mentre quello del cielo è purificato dal perfetto sacrificio di Cristo. Il giudizio investigativo rivela agli esseri celesti chi, fra i morti, si è addormentato in Cristo e, grazie a lui, è considerato degno di partecipare alla prima risurrezione. Esso, inoltre, manifesta chi, fra i viventi, è fedele al Cristo, osserva i comandamenti di Dio e ha la fede di Gesù e quindi, in lui, è pronto per la traslazione nel suo regno eterno. Questo giudizio dimostra la giustizia di Dio nel salvare coloro che credono in Gesù. Esso dichiara che quanti sono rimasti fedeli a Dio riceveranno il regno. La conclusione di questo ministero di Cristo segnerà la fine del tempo di grazia prima del secondo avvento (cfr. Eb 8:1-5; 4:14-16; 9:11-28; 10:19-22; 1:3; 2:16,17; Dn 7:9-27; 8:13,14; 9:24-27; Nm 14:34; Ez 4:6; Lv 16; Ap 14:6,7; 20:12; 14:12; 22:12).

Il ritorno di Cristo                                                                                Il ritorno di Cristo è la «beata speranza» della chiesa, il grande obiettivo del Vangelo. La venuta del Salvatore sarà letterale, personale, visibile e mondiale. Quando ritornerà i morti giusti risusciteranno e, insieme con i viventi giusti, saranno glorificati e traslati in cielo, mentre gli empi morranno. L’adempimento della maggior parte degli eventi profetizzati e l’attuale condizione del mondo indicano che il ritorno di Cristo è imminente. Il tempo di questo evento non è stato rivelato, perciò siamo esortati a essere pronti in ogni istante (cfr. Tt 2:13; Eb 9:28; Gv 14:1-3; At 1:9-11; Mt 24:14; Ap 1:7; Mt 26:43,44; 1 Ts 4:13-18; 1 Cor 15:51-54; 2 Ts 1:7-10; 2:8; Ap 14:14-20; 19:11-21; Mt 24; Mc 13; Lc 21; 2 Tm 3:1-5; 1 Ts 5:1-6).

La morte e la risurrezione                                                    «Il salario del peccato è la morte». Dio, però, che è immortale, darà la vita eterna ai redenti. Fino a quel giorno la morte è uno stato di assoluta incoscienza per tutti. Quando il Cristo – che è la nostra vita – apparirà, i giusti risuscitati e i giusti viventi saranno glorificati e portati a incontrare il Signore nell’aria. La seconda risurrezione, la risurrezione degli empi, avverrà mille anni più tardi (cfr. Rm 6:23; 1 Tm 6:15,16; Ec 9:5,6; Sal 146:3,4; Gv 11:11-14; Col 3:4; 1 Cor 15:51-54; 1 Ts 4:13-17; Gv 5:28,29; Ap 20:1-10).

Il millennio e la fine di un’era di peccato       Il millennio è il regno di mille anni di Cristo con i suoi santi fra la prima e la seconda risurrezione. In questo periodo di tempo saranno giudicati gli empi e la terra sarà in uno stato di totale desolazione, priva di esseri umani viventi e abitata soltanto da Satana e dai suoi angeli. Alla fine del millennio, il Cristo con i suoi santi e la santa città scenderanno dal cielo sulla terra. Allora gli empi risusciteranno e insieme a Satana e ai suoi angeli circonderanno la santa città, ma il fuoco inviato da Dio li consumerà e purificherà la terra. In questo modo l’universo sarà definitivamente liberato dal peccato e dai peccatori (cfr. Ap 20; 1 Cor 6:2,3; Gr 4:23-26; Ap 21:1-5; Ml 4:1; Ez 28:18,19).

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