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Il terzo comandamento

  • Immagine del redattore: Dudau Ioan
    Dudau Ioan
  • 20 feb 2014
  • Tempo di lettura: 1 min

3. Non nominare il nome di Dio invano Il terzo comandamento è lapidario e ci aiuta a capire che Dio non si allinea con il male, ma è accanto a coloro cha amano, sempre e nonostante tutto. Dio è dalla parte di coloro che guardano verso l’altro per ritrovare il loro fratello, non un nemico. Servirsi del nome di Dio per intentare una causa, architettare il male, aprire le ostilità o impelagarsi in una guerra, è in fondo una tentazione che non fa di noi degli esseri migliori. Si tratta di incamminarsi per un sentiero tenebroso, in fondo al quale non si trova la luce, ma un’oscurità ancora più impenetrabile. Intraprendere questo sentiero significa inevitabilmente smarrirsi e far perdere la rotta anche a chi ci sta vicino. Servirsi del nome di Dio per ingannare l’altro significa allontanarsi da Dio e far in modo che l’altro sappia sempre meno confidare in lui per ritrovare il senso della vita. In fondo, significa anche prendere in giro Dio. Il terzo comandamento esalta la purezza della religione, la grandezza e la santità di Dio. Ci viene in mente la preghiera del Signore: «Sia santificato il suo nome»; e la parola del salmista: «Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare» (Sal 62:1,2).

 
 
 

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