Fine del millennio
- Dudau Ioan
- 28 feb 2015
- Tempo di lettura: 3 min

“Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò.” (Ap 20:7-9).
Dopo mille anni di riflessione sul suo operato, Satana, anziché riconoscere nell’Eterno il Dio della vita e della misericordia, cercherà per l’ultima volta di togliere da questo mondo la sua signoria, rovesciarne il potere e frustrare definitivamente i piani dell’Altissimo. Radunerà le nazioni dai quattro canti della terra, Gog e Magog, nomi che per la loro assonanza rappresentano un tutto che unisce una estremità, gog, all’altra, al suo contrario, magog.
“A Gog viene abbinato Magog, per migliorare il simbolismo nonché la simmetria ritmica; i due nomi Gog e Magog qui sono posti a simboleggiare sinteticamente i popoli coalizzati da Satana da ogni dove contro la Chiesa” (Antonio Roero).
È da notare “come questi due nomi siano messi come apposizione alle innominate nazioni… sono puramente simbolici… I due nomi erano impiegati abitualmente negli scritti apocalittici di quei tempi per designare i nemici del popolo di Dio” (Giuseppe Ricciotti).
Il numero immenso di questi uomini fa comprendere che si tratta non di una sola generazione, ma di tutti gli empi vissuti nel corso dei secoli. Essi possono “attorniare il campo dei santi e la città diletta”, per essere giudicati ed essere definitivamente distrutti. Infatti, il testo ci informa che “il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere” (v. 13).
Perché fa risorgere i non salvati per poi farli ancora morire? La lettera di Giuda risponderebbe dicendo: “Per convincere tutti gli empi di tutte le opere d’empietà che hanno empiamente commesso, e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno proferito contro di Lui (il Signore)” (Giuda 14-15). G. Leonardi, che come tanti si è posto questa domanda, scrive: “I salvati hanno confermato il giudizio di Dio: gli empi non potevano, per quello che sono stati, essere ritenuti innocenti e salvati. Eppure si potrebbe ancora pensare: ‘Forse non hanno fatto il bene perché non l’hanno capito! Forse non hanno accettato Gesù perché non lo hanno conosciuto! Forse non hanno accettato Dio perché non l’hanno mai visto!’. Ebbene, ora Dio lascia che essi tornino in vita e vedano le cose belle che voleva dare loro; vedano come la volontà di Dio fosse per il loro servizio e non per la loro oppressione; vedano la gioia dei salvati; vedano Dio a faccia a faccia… che cosa faranno? Si rivolteranno ancora una volta contro di lui e i suoi figli, mostrando agli occhi dell’universo intero che Dio non poteva proprio salvarli. Allora Dio potrà togliere loro la vita senza che nessuno rischi di accusarlo di intolleranza come poteva succedere all’inizio della storia del peccato, quando Dio ebbe pazienza con Satana”.
Il giorno del giudizio è il giorno delle lacrime di Dio. Come Gesù pianse su Gerusalemme per ciò che l’avrebbe colpita, Dio stesso piangerà perché aveva disposto per le sue creature un altro destino, ma non hanno voluto. “Poiché io non ho alcun piacere nella morte di colui che muore, dice il Signore, l’Eterno. Convertitevi dunque e vivrete!”(Ez 18:32).
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